Blue Mountain 23 gennaio 2006

Credo che sia lunedì. La giornata è bella ma mi sveglio un po strano. Mi preparo per fare un bel giro per i vari sentieri che mi permetteranno di visitare parte del parco delle Blue Mountain. La mattina decido di fare il percorso che parte dalle tre sorelle e fa un giro di circa 6 chilometri, il pomeriggio vorrei prendere il trenino dei minatori e la teleferica. Mi carico di bottiglie d’acqua e mi avvio. Da una guida presa in ostello inizio a leggere alcune notizie sulla foresta pluviale e sulle Cascate di Katoomba. Scendo per un sentiero che dire vertiginoso e fargli un complimento. C’è una passerella sospesa nel vuoto che collega il precipizio alla prima delle tre sorelle, veramente da panico. Si scende giù in modo quasi verticale, percorrendo un sentiero fatto di gradoni scavati nella roccia e per niente facili da scendere. Il paesaggio è a dir poco meraviglioso. C’è sempre quella piccola foschia blu che da poi il nome all’altopiano. Arrivo a valle dopo circa trenta minuti di discesa. Devo dire che vedo salire gente esausta e mi spaventa un po la cosa. Da sottolineare è la bellezza dei percorsi. Tutti i sentieri sono cmq segnalati e realizzati con vario materiale: si va dal cemento alle passerelle in legno con ringhiere di acciaio. Capisco e poi mi viene confermato che anche in un posto incantato e protetto come questo, si preferisce tagliare qualche albero per realizzare queste passerelle per due motivi principali: il primo è di permettere a molti di usufruire dei percorsi, certamente se fossero accidentati non tutti potrebbero camminarci. Il secondo motivo è che realizzare quei percorsi fa si che l’afflusso dei turisti è circoscritto al solo sentiero e quindi nessuno si perde e soprattutto non potendosi sparpagliare non vanno a danneggiare grandi porzioni di foresta. Ci sono rifugi, panchine e segnalazioni ben disposte, manca solo l’acqua da bere, infatti, cerco di razionare quella che ho soprattutto per la salita che mi attende. Dopo una camminata di circa 20 minuti nel fondo della valle incomincio a risalire. Costeggio un fiumiciattolo che spesso crea delle cascate bellissime e veramente uniche. Ho con me della frutta e mi fermo a mangiarne un po, bevo e mi asciugo visto che sto sudando come una capra svizzera, non avevo considerato di metterci tutto quel tempo. Ringrazio il destino che mi ha fatto portare i miei scarponcini da trekking, comodi e perfetti per quell’ambiente. La salita è molto pesante ma facendola a tappe scorre via tranquilla, cmq, per chi volesse fare una camminata del genere è meglio che si informi prima della lunghezza del percorso. Arrivato alla strada che costeggia tutto il canyon mi avvio verso la stazione da dove parte il trenino e la teleferica. C’è un punto di ristoro con bagni. Mi do una bella lavata, stendo la maglietta ad asciugare…..dico 10 minuti il sole l’ha asciugata, questo puo farvi rendere conto di che caldo potesse fare. Faccio il biglietto e salgo sul trenino. Il trenino è la versione moderna di un mezzo simile a quello che adoperavano i minatori nelle miniere di carbone per, appunto, andare nelle miniere e risalire in superficie. Il fatto è che il trenino scende quasi perpendicolarmente, mi sono dovuto puntare con le gambe e le braccia per non andare in avanti. Il tragitto è breve. Arrivi su di una piattaforma da dove partono vari sentieri di diverse distanze. Stanco preferisco fare quello più breve. Qui le passerelle sono ancora più belle e rifinite, veramente hai l’impressione di qualche cosa di ordinato e che non deturpa l’ambiente. Prendo la strada per arrivare alla stazione della teleferica che mi riporterà sulla strada per tornare all’ostello. Risalgo e devo dire che anche dalla teleferica si gode di un paesaggio notevole. Arrivato sulla strada mi avvio all’ostello e vedo uno di quei cartelli australiani che in Italia tirerebbero giù dopo 1 giorno, ovvero quello di parcheggiare solo con la parte posteriore. Il cartello ha il suo senso: se tu riparti da un parcheggio senza fare retromarcia hai meno possibilità di investire un pedone. Arrivo in ostello ed ho compagnia in camera, due ragazzi ed un signore un po più maturo. Doccia…mi ci voleva. Passo il fine pomeriggio a riflettere su molte cose e mi godo la cena, questa volta da solo, e il solito stupendo tramonto.

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