Sydney 23 febbraio 2006

C’è sole, me ne vado a Manly a fare un giro. Salgo sul traghetto. E’ sempre fantastico girare per la baia di Sydney, vedere l’Opera House dal mare e tutte le baiette , soprattutto con una giornata così bella. Arrivato a terra faccio un po di giri sul corso principale. Ci sono molti bei negozi ed ancora mi stupisco di come io entri a fare spesa. La cosa ancora più assurda è il voler comprare un costume a mia moglie e spiegare con le mani la grandezza delle tette ….. io so che ha la 4 (fortunello hihihihihi) ma qui le taglie sono assurde. So per certo che se sbaglio la taglia il costume finisce nel dimenticatoio e quindi desisto dal comprarlo. Voglio tornare a Bondy per fare nuovamente il bagno. Fatto sta che non mi fanno salire sul traghetto. Dicono che il mio abbonamento non è valido per quella tratta. Mi incazzo come una bestia. Prima di tutto gli faccio presente che se ci sono arrivato a Manly con il traghetto significa che l’abbonamento è buono per forza di cose, inoltre, quando l’ho acquistato, ho fatto presente all’omino che volevo tutte le tratte dei traghetti. Fatto sta che non ne vogliono sentire, devo cacciare 6 dollari se voglio tornare a Circular Quay. Arrivo in città, è ancora presto, prendo la metro fino a King Cross, prendo dei pannetti all’uvetta e ginger e mi dirigo verso il centro camminando sul viale che mi porta verso Gorge St. Mi imbatto in un bellissimo negozio che vende cose che mi piacciono molto: MASERATI E FERRARI. Come un bambino mi metto a bocca aperta a fissare quei gioielli. Il commesso o come cavolo si chiama è dovuto uscire ad asciugare la mia bava sulle vetrine. Torno a piedi all’ostello che è vicino alla stazione centrale, mi faccio tutta Gorge St., c’è un bordello di gente. Mi fermo nel supermercato della zona cinese per comprare un pesce che non so manco come si chiama, è bello e mi dicono che è molto buono. Prendo anche due patate e tornato in ostello me lo cucino in padella a fuoco lento. Qui scopro la cosa più schifosa che ho visto in Australia: l’olio di oliva Bertolli spray. Noto subito la scritta “INFIAMMABILE” il che è tutto un programma sulla bontà di quell’olio, non ho manco il coraggio di provarlo, io che sono abituato a raccogliere le olive e portarle in frantoio, seguire passo passo tutta la produzione dell’olio…..noooo non posso provarlo sto schifo. Il profumo del pesce si diffonde in tutta la cucina e mai come in questa occasione vedo le facce affamate e cattive degli altri ospiti. Non parliamo poi quando mi metto a tavola co sto pescione contornato di patate. Non ci sono parole. Finisco di mangiare e mi cambio, vado a Bondy per l’ultima volta. Sulla metro vedo un ragazzo che esprime tutta la filosofia del vivere australiano. Il tipo in questione aspetta a piedi nudi la metro indossando la muta da surf e la tavola sotto al braccio. Prende con me la metro e poi scesi a Bondi Junction station, prendiamo l’autobus. Ora ve lo immaginate voi un ragazzo che ne so di bologna che prende in costume ed a piedi nudi il treno fino a Rimini e poi l’autobus per andare in spiaggia portando sotto il braccio le pinne e la maschera? Assolutamente no!!! La cosa stupenda è che solo io guardavo il tipo, per tutte le persone la cosa era normale. Io ero entrato un po, ripeto un po, in questa mentalità, infatti dopo le prime due settimane non stiravo più le maglie o i pantaloni, le mettevo e via. Ma a questo livello ancora non c’ero arrivato. Gli australiani, almeno a Sydney ho notato questo, non badano a queste cose, vivono con molto meno stress o condizionamenti di noi italiani, non si fanno problemi ad andare al supermercato con i bigodini in testa o a piedi nudi sulla metro…..da noi una donna si farebbe i capelli a zero piuttosto che mettere solo un piede fuori di casa con i bigodini in testa, pensa te se dovesse andare al supermercato. Vabè arrivo a Bondy. Il mare è calmo, faccio una nuotata, conosco delle ragazze italiane che sono a Sydney da due mesi. Mi chiedono dei posti che ho visitato e le mie impressioni. Quando gli dico che sono andato in giro non conoscendo l’inglese, che ho 40anni, che ho lasciato famiglia e tutta la solita storia……anche loro incominciano con il dire che ho avuto coraggio, che gia per loro che sono delle ventenni la cosa è stata difficile, che loro pur conoscendo l’inglese hanno avuto difficoltà……insomma sono un marziano. Sfatiamola sta cosa. Io sono uno che ha deciso di fare un VIAGGIO….punto. La cosa incomincia a darmi un po fastidio, io non mi vedo nei panni del caso particolare, forse perché credo che se uno vuole certe cose le fa. Se riesce a farle non vedo dove sta tutto sto coraggio e questa particolarità. Cmq si chiacchiera fino a tardi e le ragazze mi chiedono se voglio rimanere a cena con loro…devo cucinare io…..altrimenti la fregatura ndo stava?!?!?!?. Ok vado in ostello a fare la doccia e ritorno a Bondy dove mi aspettavano le ragazze. Casetta piccola ma confortevole. Questa volta devo stare attento a cucinare, ho degli italiani a mangiare, non posso cavarmela con la prima stronzata. Mai come in questa occasione mi sono applicato a cucinare delle penne alla puttanesca (senza ricotta) e degli involtini fatti con la frittata ripieni di…..quello che mi è capitato tra le mani! Cena bellissima soprattutto per la compagnia, si è parlato fino a tardi ma poi, purtroppo, le ho dovute lasciare per tornare in albergo: dovevo preparare i bagagli, domani si torna a casa. Le ragazze mi hanno accompagnato fino alla stazione della metro dandomi ognuna un bacio…avevo due guance rosse per il rossetto che sembravo un vecchio puttanone. Nel tragitto ho pensato ad una cosa strana. Da Alice Springs in poi ho abbandonato molto la macchina fotografica. I primi giorni, forse spinto dalla curiosità e dallo spirito di avventura, fotografavo anche i vermi, ragni, lavandini, un po di tutto. In questi giorni, anche se vedevo cose interessanti non mi andava più di fotografare. Arrivo in ostello. E’ un trauma vedere che ho lo zaino, lo zainetto e una valigia con le rotelle comprata solo ed esclusivamente per i regali, completamente pieni, praticamente ho il doppio del bagaglio con cui sono partito. Spero sinceramente che all’aeroporto non mi facciano storie sul peso. Non riesco a prendere sonno. Sono le due di notte e mi aggiro nella sala comune dell’ostello. Ci sono 4 pazzi insonni: io, una giapponese e due ragazzi di cui non so la nazionalità. Leggo ed ascolto musica. Sono incazzato, se avessi saputo che non avrei preso sonno sarei rimasto dalle ragazze. So che domani mi aspetta un lungo viaggio, quasi 25 ore tra volo e scalo ad HK. Cerco di dormire….non so a che ora mi sono addormentato ma so di certo che ho pensato tantissimo a questo viaggio, alla sorpresa che le bimbe avranno nel rivedermi, visto che non sanno quando sarei tornato di preciso. A come e se sarò cambiato, a quanto mi manca mia moglie, a quanto mi manca casa mia……….a quanto mi mancherà l’Australia!

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