Sydney 22 febbraio 2006

Mi alzo con calma, vorrei andare a Bondy a prendere un po di sole e poi dedicare il pomeriggio alle spese. Il tempo non promette niente di buono quindi anticipo l’acquisto dei regali per parenti ed amici alla mattina. Giro per negozi, io giro per negoziiiiii? Da non credere. Ho come una specie di allergia per i negozi. Quando devo accompagnare mia moglie da qualche parte appena entro dalla porta del negozio, supermercato o boutique che sia, incomincia a prendermi come un ballo di San Vito che smette appena esco fuori dal locale. Ora mi ritrovo a visitare più negozi in una mattinata che in tutta la mia vita di quarantenne. Compro un po di tutto. Magliette carinissime, collane, bambolotti che rappresentano koala e canguri, le solite riproduzioni dei cartelli stradali australiani e tante altre cianfrusaglie. Botta di fortuna trovo un negozio di cappelli Akubra, la migliore marca di cappelli australiani. Il negozio sta chiudendo i battenti e quindi vende tutto a quattro becchi, ne compro tre per dei miei amici cacciatori, ne saranno moooolto felici. Girando per il centro incontro delle vigilasse del fuoco che chiedono un contributo non ho capito bene per cosa. Sono molto carine, entrambe hanno due occhi azzurri da favola. 40 giorni fa non mi sarei mai permesso di chiedergli di fare una foto con loro, ma come le vedo mi fiondo e gli dico:” Vi do 5 dollari se fate una foto con me. Vengo dall’Italia ed ho uno zio comandante di stazione dei vigili del fuoco ed un fratello vigile del fuoco. Voglio fargli vedere che belle vigilasse ci sono in Australia!” Come gli dico questo mollano tutto chiamano due colleghi che erano dietro di noi, si mettono una alla mia destra ed una alla mia sinistra e rifacciamo la foto. Pago i 5 dollari che avevo promesso, parliamo un po di come è il loro lavoro in Australia e purtroppo gli dico che parto tra due giorni. Mi invitano alla loro caserma nel pomeriggio. Gli dico che se non vado in spiaggia passerò volentieri. Le saluto e continuo il mio giro di compere. Sembro un po pretty woman con tutte queste buste ma soprattutto per la faccia giuliva che ho, un misto tra provincialotto, pirla e persona realmente felice. Non ho voglia di tornare a cucinare in ostello. Mi accorgo di essere vicino al Queen Victoria Building e mi ricordo ancora della piazzetta che c’è al piano seminterrato con tutti quei ristorantini particolari. MI faccio un giro e non so cosa mangiare. Escludendo il sushi gia faccio fuori la metà dei ristoranti. Opto per il thay. Per andare sul sicuro prendo riso e carne di maiale. Mi rifilano una scodella con del riso in bianco e della carne di maiale arrostita sopra. Devo dire che il riso è diverso dal nostro, i chicchi sono molto più lunghi e il sapore è molto più buono, la carne di maiale sembra la nostra porchetta. Evito di versare sopra il vasetto la salsa che mi hanno dato, memore di quello che mi era successo con il wasabi che senza sapere cosa fosse, o meglio, pensando che fosse una maionese verde, venne da me abbondantemente spalmato sul sushi ed appena messo in bocca risputato nel piatto in modo molto sonoro alla presenza di circa 300 persone ed ora che ci ripenso ero nello stesso posto dove sto mangiando andesso. Il piatto alla fine mi soddisfa e mi sazia. Mi diverto a guardare le persone che stanno mangiando con me. Di tutte le etnie: indiani, asiatici, europei e locali. Solo gli asiatici mangiano piatti tipici altrimenti non vedi assolutamente un indiano che mangia indiano o l’europeo che mangia pasta, tutti provano o amano mangiare pietanze diverse dalla loro tradizione culinaria. La maestria che gli asiatici hanno con le bacchette è fantastica, mi incanto a vedere come riescono a fare tutto quello che noi invece facciamo con la forchetta, certo è questione di pratica, ma a me meraviglia soprattutto le tecniche che adottano per le varie pietanze. Esco dal QVB e c’è un bel sole. Vado in ostello lascio tutto ciò che ho comprato, metto su il costume e vado a Bondy. Arrivato sulla spiaggia incontro subito un paio di persone toccate dalle meduse. Mi colpisce soprattutto un ragazzo che ha ancora attaccato un tentacolo di medusa appena sotto il capezzolo destro. La cosa sconvolgente è che ha tutto il lato destro rosso, dall’ascella al bacino. Un bambino che urla viene portato in braccio dal padre. MI sta passando la voglia di andare al mare. Tra le due bandiere ci sono un centinaio di persone che fanno il bagno. Penso che devo essere proprio sfigato se tra tutte quelle persone una stronza di medusa deve venire a beccare proprio me. Rischio. Mi spalmo la crema ed entro in acqua. Fredda come al solito. Ci sono onde altre di almeno tre metri ed una risacca che ti obbliga a puntare i piedi per non essere portato a largo. Provo a fare surf con il corpo, cerco di imparare guardando i locali. Qualche onda riesco anche a cavalcarla, capisco che l’importante è partire al momento giusto e capire soprattutto quando arriva l’onda giusta. La cosa che mi stupisce è come l’acqua rimanga limpida sempre. In Italia con delle onde così l’acqua tende a diventare torbida, qui resta limpida. Sicuramente dipende dalla conformazione della sabbia….credo! Non so quanto sono stato in acqua ma esco esausto. Mi faccio una doccia e mi stendo al sole. Credo di essermi addormentato e la pelle brucia……ma si chi se ne frega è uno degli ultimi giorni. Torno all’ostello stanchissimo, non ho voglia di cucinare e culo dei culi c’è un bel barby, 3 dollari e ti mangi un paninazzo con una bibita. Chiacchiero con i ragazzi che mangiano. Alcuni sono arrivati da poco in città e stanno per partire e farsi tutta la costa est. Mi tornano in mente i miei primi giorni al Globe e di come ero spaesato ed anche un po impaurito, sono una persona completamente diversa da quella, cambiata anche nel DNA…eheheh!!! Il bagno a Bondy mi ha completamente distrutto, credo di essere stato in acqua per più di 2 ore, vado a farmi una doccia e crollo sul letto

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