Hervey Bay 3 febbraio 2006

Una giornata strana in tutto e per tutto. Inizia con l’addio a Saretta. Pensavo che fosse stato difficile apprezzare la compagnia di una persona in questo VIAGGIO, mi sbagliavo, eccomi qui ad essere triste per la separazione dalla mia compagna di viaggio. Sara è una ragazza molto più giovane di me ma con la quale condividiamo molte passioni ed idee. Si è parlato di tutto ma soprattutto, stranamente, abbiamo passato dei giorni senza alcuno screzio o lite.La saluto con un po di paura per quello che sarà il resto del mio viaggio senza una persona che mi aiuti con la lingua, mi ero abituato troppo bene, ma lo sapevo dall’inizio che la lingua era una difficoltà quindi animo in pace e pedalare.Cazzeggio tutto il giorno, faccio il bucato e per la seconda volta non combino guai, dalla lavatrice esce tutto con i suoi colori originali. Per asciugare i panni al sole ci voglionono solo pochi minuti e questo fa capire che cavolo di caldo fa. In piscina non è il caso di stare, il collo brucia, credo che ormai l’eritema sia partito. Vado in un parco lungo la spiaggia, bell’aria e mi sdraio su di una panchina a programmare il viaggio ed a leggere il pensiero di Sara scritto sul mo diario…..mi inorgoglisce. Tra cucinare e parlare con i nuovi amici di camera arrivo a sera e mi faccio portare alla stazione degli autobus per prendere il Coach che mi porterà ad Airlie Beach dopo un viaggio di 1200 chilometri. Con me ci sono molti beckpackers, anche delle belle fanciulle che spero viaggino con me, giusto per l’estetica…eheheh. L’autista dell’autobus è il più stronzo che abbia mai incontrato, non capisco na mazza, gli chiedo di parlare piano ma niente, alla fine salgo e mi metto a sedere dove capita…sbagliato, mi fanno alzare e mettere al mio sedile, meglio, sono da solo su due sedili. Quella è stata la notte a livello emotivo ed interiore più bella del VIAGGIO. Ho visto il cielo più stellato del mondo con nelle cuffie del lettore mp3 i Pink Floyd con Wish you were here, ricorderò per sempre quei momenti. Dal lato fisico è stato un incubo, ma nel vero senso della parola, ti addormentavi poi ti ritrovavi fermo nel nulla, scendevi a fare dei bisogni a mangiare qualche cosa e poi via, nelle posizioni più assurde per cercare di dormire. Parlavi un po con chi era sveglio e poi via di nuovo a trovare la posizione che ti permettesse di dormire, ma ricorderò, come ho detto le prime 3 ore passate a guardare quel celo fantastico. Airlie Bech è arrivata, indolenzito, alle 10,30 di mattina, dopo 13 ore e mezza di autobus, pensandoci ha impiegato poco per percorrere 1200 chilometri, sono a destinazione

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